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lug 2025 |  commento   


> La grazia nel lavoro manuale

Quali sono i motivi e le condizioni per cui un lavoratore può sembrare che danzi col suo pezzo?






La grazia dei movimenti e delle azioni durante il lavoro manuale scaturisce dalla capacità di piegare la materia alle proprie esigenze assecondandone la natura. Usando gli strumenti opportuni e applicando forza e manipolazioni adeguate al materiale che deve essere assecondato nelle sue qualità fondamentali di resistenza, durezza, flessibilità, malleabilità, si riesce facilmente a condurlo alla conformazione che si vuole ottenere.
In queste condizioni gesti e movimenti del lavoratore acquisiscono eleganza, spontaneità e quindi grazia perché non costituiscono la soverchiante e brutale impressione della volontà sulla materia, ma hanno un procedere dialettico con il pezzo. La volontà progettuale e trasformativa, nel momento in cui attraverso l'arte del fare dialoga con la materia, genera una condizione di intermediarietà tra la volontà e la natura del materiale che si va manipolando. E la volontà non sta tutta nella testa e nelle mani del lavoratore ma in qualche modo si distribuisce e divide con la materialità del pezzo in via di costruzione. Entro questa cornice le azioni e i movimenti intorno al pezzo, adeguati, necessari e dotati di grazia irriflessa generano una specie di danza -qualunque sia la corporeità del lavoratore che diventa tutt'uno col pezzo. E' un po' come con le marionette di Heinrich von Kleist, che hanno il proprio centro di gravità fuori da loro stesse, nelle mani del burattinaio, così la lavorazione porta fuori volontà, coscienza e conduzione del procedimento dal lavoratore stesso.
Va da sé che questa condizione si realizza nell'agire del lavoratore esperto e non in quello del bricoleur principiante, il cui diletto sta anche nell'imparare a lavorare, quindi nel dimostrare a sé stesso di saper produrre un risultato accettabile. Ma tale autoriflessività in genere non fa brillare nessuna grazia.



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